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In Ogliastra sia le feste religiose sia quelle che rivisitano le antiche tradizioni polari coprono gran parte dell’anno, anche se durante la bella stagione trovano maggior spazio anche per far rivisitare i numerosi turisti i colori, i sapori e i profumi di un tempo. Le feste e le sagre popolari ogliastrine di origine contadina risalgono alla notte dei tempi ed animano nelle diverse piazze di questo scorcio di Sardegna la vita paesana che trovano le loro radici nel mondo rurale ed agreste. La rivisitazione di queste antiche tradizioni popolari sono indispensabili per evitare di dimenticare le usanze tipiche della nostra terra. Da un anno all’altro per motivi di organizzazione o di tipo meteorologico possono essere soggette a spostamenti di data o raramente soppresse. Le feste paesane, le sagre tradizionali, sono un appuntamento particolarmente stimolanti, soprattutto quando si tratti di manifestazioni legate alle stagioni dell’agricoltura, ai prodotti tipici, alle radici più caratteristiche della cultura contadina. Le feste e sagre in Sardegna dedicate ai prodotti tipici dell'agricoltura, le sagre paesane e le feste tradizionali, sono un potente richiamo per chi ama l'agriturismo. Le feste paesane in Ogliastra consentono di immergersi nel costume della gente che vive nelle località rurali, condividerne lo stile ed il ritmo di vita, e sono una delle principali attrattive per quanti frequentano le strutture ricettive in genere e i Bed and breakfast in particolare insieme agli agriturismi, cercando una esperienza di vacanza che sia davvero distante dai ritmi della vita cittadina. Le sagre paesane in Ogliastra si calano in una partecipazione diretta agli eventi della comunità, che è difficile trovare nelle grandi città. Così potremo vivere da vicino i preparativi e le emozioni di un momento importante dell'anno, nel quale ognuno dà il proprio contributo e nello stesso tempo si consolidano sentimenti forti di appartenenza e, a volte, anche di storica rivalità. Le feste tradizionali sono soprattutto meta preferita, in ogni paese dell’Ogliastra, durante i fine settimana in primavera e in autunno e soprattutto nel periodo estivo. La ricchezza di tradizioni legata ai prodotti tipici dell'agricoltura trova nelle sagre paesane vivace espressione in manifestazioni enogastronomiche, degustazioni, mercatini. In questa rubrica vogliamo proporre una selezione fra le numerose feste e sagre tradizionali che si svolgono in Ogliastra dedicate ai prodotti dell'agricoltura; feste tradizionali e sagre paesane che si svolgono in ogni momento dell'anno, con particolare attenzione per quelle meno conosciute, eppure vive laddove si celebrano, e per quelle che riguardano le stagioni dell'agricoltura e i suoi prodotti tipici.In particolare Loceri offre nelle bella stagione estiva non solo un incantevole mare nelle vicinanze, ma allieta i visitatori con numerosi eventi culturali, religiosi, enogastronomici in cui vengono rivisitate le antiche tradizioni popolari sia per motivi commemorativi come la festa di San Bachisio nella prima domenica di maggio, il Corpus Domini, la festa del Santo Patrono il 29 giugno in onore di San Pietro, il Sacro Cuore nella prima domenica di settembre, sia per rivivere momenti di vera storia paesana. Con la manifestazioni degli antichi mestieri nel mese di agosto vengono rappresentate la produzione artigianale del pane bianco, del pistoccu, de su moddissosu, dei culurgionis, la coltivazione del grano, la setacciatura della farina, ma anche la produzione di numerosi e genuini dolci della tradizione locerese molto apprezzati dai numerosi visitatori che si spostano dalle vicine località marinare della costa orientale della Sardegna, come is pardulas, amaretti, paniscedda, gattou per degustare i piatti tipici del luogo sapientemente realizzati dalle abili mani delle massaie vestite nell’occasione dal tradizionale costume locerese.La festa di San Bachisio si articola in tre giornate tra il paese e la chiesa campestre risalente al XVI secolo posta a poche centinaia di metri dal centro abitato in stile barocco popolaresco. Affiancata alla chiesa si trova su Stauli nel quale un tempo, venivano ospitati i pellegrini che arrivando dai paesi lontani venivano a chiedere la grazia al santo o sciogliere un voto.Si dice infatti che coloro che volevano chiedere una grazia al santo, anticamente, doveva compiere questa cerimonia: a quell’epoca non esisteva ancora il ponte e il fiume veniva attraversato a piedi. Dopo attraversato il fiume, la persona che voleva chiedere la grazia si toglieva i vestiti della festa e con addosso la sola sottoveste, camminando sempre e solamente in ginocchio arrivava fino alla Chiesa di S.Bachisio, facendoli giro sino alla seconda croce ( quella dalla quale i Loceresi avevano promesso che sarebbe partita la processione) e poi entrava in Chiesa, sempre in ginocchio e con una candela accesa in mano. Arrivata in chiesa la persona che voleva chiedere la grazia seguiva la messa, sempre ancora i ginocchio. Finita la funzione religiosa il rito cerimoniale prevedeva che si facesse un giro intorno alla Statua del Santo. Poi si consegnava la candela a S.Bachisio. Entro un anno la grazia veniva concessa. Si raccontano fatti realmente accaduti delle grazie chieste e concesse da S.Bachisio.La festa del Sacro Cuore si articola sempre in tre giornate, l’ultima delle quali termina con la prima domenica di settembre. La festa si celebra tra Loceri e Taccu località a pochi chilometri dal paese dove sorge una piccola chiesetta campestre vicino al parco da cui prende il nome, voluta dal parroco Giuseppe Cabiddu e realizzata nel 1951 con la collaborazione di tutta la popolazione. Qualche anno fa la chiesetta è stata completamente e sapientemente restaurata dalle abili mani di una ditta artigianale locerese. La prima festa campestre si tenne nel 1952 ed è stata caratterizzata dalla processione a piedi e dei carri che trasportavano il Santo in processione. Dagli anni ottanta il trasporto del Santo e la processione avviene in auto e dove in occasione della Santa Messa vengono benedette. Vi sono però ancora persone che per devozione amano recarsi a piedi dal paese fino a Taccu percorrendo la strada campestre ormai asfaltata per circa quattro chilometri.
Arzana 12 Maggio: San Bachisio La prima domenica Giugno: Corpus Domini 29 Giugno: San Pietro patronoLuglio-Agosto Gennas Abertas – Antichi Mestieri 3 Settembre: Sacro Cuore Lotzorai Le più importanti manifestaziioni dell'isola S’Ardia Sedilo ospita ogni anno una delle feste più famose della Sardegna, l’Ardia di San Costantino. Il termine prende origine dalla parola dialettale "bardiare", che significa montare di guardia girando. Pare che la festa voglia rievocare la figura di Costantino Imperatore, che alla vigilia della vittoriosa battaglia contro Massenzio ebbe la visione della croce cristiana con la celeberrima scritta "In Hoc Signo Vinces" (sotto questo segno vincerai). Alla vittoria di Costantino seguì l’editto di Milano, che riconobbe finalmente il culto cristiano. Narra una leggenda che nel XVI secolo un sardo, di Scano Montiferro nei pressi di Sedilo venne catturato dai Mori mentre era dedito al lavoro dei campi e condotto in prigionia a Costantinopoli: in sogno ebbe la visione di Costantino, che gli promise la libertà; riuscì infatti a fuggire di prigione ed ebbe una nuova visione del Santo che gli chiese di edificare in suo onore una Chiesa sulle pendici del monte Isei, a Sedilo. Per celebrare il culto di San Costantino ogni anno, il 6 e 7 luglio, viene celebrata l’Ardia, sfrenata e selvaggia corsa a cavallo, disputata da un centinaio di valenti e coraggiosi cavalieri: nei giorni stessi si svolge una sagra e contemporaneamente nel santuario ha luogo una folta migrazione di popolo, con gente che arriva in pellegrinaggio anche da molto lontano, a testimonianza della propria devozione e del fervore religioso. La corsa è uno spettacolo: un fantino (detto "sa prima pandela"), scelto con grande onore dal parroco, rappresenta la figura di San Costantino e porterà uno stendardo giallo. Al suo fianco i fidati "sa segunda pandela e sa terza pandela" con uno stendardo rosso ed uno bianco, hanno il compito di "proteggere" San Costantino dall'ardore di circa un centinaio di cavalieri, che in una corsa sfrenata cercheranno a loro volta di superare "sa prima pandela". La corsa è ritmata dall'echeggiare degli spari di fucilieri scelti, dal vociare di una folla che non è protetta da transenne: la polvere, il sole cocente, l'odore della polvere da sparo, le urla dei cavalieri; tutto contribuisce a rendere la corsa pazza, sfrenata, avvincente, un vero atto di valore. I Candelieri Festa votiva risalente al XVII secolo e voluta dai Sassaresi per ringraziare la Vergine Assunta, dopo la guarigione dalla terribile pestilenza che colpì Sassari nel 1582. La "faradda" (discesa) dei 9 ceri lignei, appartenenti ad altrettanti gremi (antiche associazioni di arti e mestieri) della città, si svolge il 14 agosto, vigilia della festa della Vergine Assunta, nel seguente ordine: Piccapietre, Viandanti, Contadini, Falegnami, Ortolani, Calzolai, Sarti, Muratori (questi ultimi due alternano ogni anno la loro posizione nella discesa) e Massai. I 9 candelieri, il cui peso varia dai 200 ai 400 kg, sono portati a spalla da otto portatori volontari per ogni gremio, che eseguono passi di danza e corse sfrenate in giù ed in su per il Corso Vittorio Emanuele, passando davanti al Palazzo Civico, dove omaggiano il primo cittadino. Arrivati nella piazza della chiesa di Santa Maria, i 9 ceri votivi entrano nella chiesa in ordine inverso a quello in cui sono sfilati (entra per primo quello dei Massai, per ultimo quello dei Piccapietre). Anticamente si usavano grandi ceri del peso di circa 40 kg, ma successivamente, forse a causa del gran costo della cera, le Confraternite optarono per gli attuali candelieri in legno molto più pesanti. La cavalcata sarda La Cavalcata Sarda si svolge a Sassari la penultima domenica di maggio. Diversamente dalle principali sagre dell’isola non ha carattere religioso. La prima Cavalcata Sarda fu festeggiata il 20 aprile del 1899 in onore di Umberto I e Margherita di Savoia, venuti a Sassari per l'inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II. La giornata si concluse con una spettacolare cavalcata in costume, nella quale sfilarono migliaia di persone provenienti da tutta l’isola con i costumi tradizionali, e centinaia di cavalli. La manifestazione si ripetè varie volte in altre occasioni particolari e riscosse un tale successo che dal 1951 si decise di renderla un appuntamento annuale. Oggi la Cavalcata Sarda è un raduno multicolore di cavalli, cavalieri e persone vestite con i costumi tradizionali provenienti da numerose comunità dell'isola. La manifestazione vede oltre 3000 partecipanti, che sfilano in corteo per tutta la mattinata lungo le strade della città. La manifestazione si conclude con i cavalieri che compiono spettacolari caroselli ed esibizioni acrobatiche a "pariglia", su cavalli sfarzosamente bardati e da una ricca rassegna di canti e balli tradizionali eseguiti dai gruppi folcloristici. La Sartiglia La Sartiglia di Oristano, il cui nome deriva dal Castigliano "sortija" che significa "anello", è una giostra equestre che si corre da oltre cinquecento anni l'ultima domenica e martedì di carnevale nella via del Duomo, nel centro storico della città. La Sartiglia della domenica è organizzata dal Gremio dei Contadini, protetto da San Giovanni Battista e quella del martedì dal Gremio dei Falegnami il cui protettore è San Giuseppe. Ai rispettivi Presidenti spetta anche il compito di scegliere il cavaliere che vestirà i panni del Capocorsa: Su Componidori. L'investitura ufficiale dei Componidoris avviene il 2 Febbraio di ogni anno, in occasione della Candelora. La mattina, prima della corsa, viene dato il bando e quindi si dà inizio al rito della Vestizione, che si svolge nella casa del Presidente. Il capocorsa sale su un tavolo e due giovani donne, lo vestono con un costume molto particolare. Quindi, dopo avergli coperto il viso con una maschera, gli sistemano un velo sulla testa sul quale viene poggiato un cappello a cilindro. Mentre il pubblico osserva un rigoroso silenzio, viene introdotto il cavallo, affiancato al tavolo per dar modo a Su Componidori di salirvi senza toccare terra con i piedi. Su Componidori esce dalla sala, supino sul cavallo, benedicendo la folla festante. Su Componidori viene affiancato da due cavalieri: Su segundu e Su terzu e sfilano per le vie della città seguiti da una folta schiera di cavalieri che con loro si cimenteranno in una sfrenata corsa al galoppo nel tentativo di infilzare con una spada la stella forata, appesa ad un nastro verde posto al centro della via Duomo, all'altezza della Cattedrale. Sant’Efisio Nell'anno 303 il martire Sant'Efisio fu imprigionato a Cagliari, e venne condannato a morte nell'antica città di Nora. Nel 1656, dopo quattro anni di pestilenza, la citta' espresse un voto al Santo: promise una processione nei luoghi del martirio se l'epidemia fosse cessata; il contagio scomparve e la popolazione mantenne l'impegno. All'inizio la sagra era una piccola processione che accompagnava il Santo, composta esclusivamente dai confratelli dell'arciconfraternita, da alcuni miliziani a cavallo e, sempre a cavallo, dall'Alter Nos, che fa le veci del Sindaco di Cagliari, e dal delegato dell'Arcivescovo. Con il passare degli anni, la sagra si è sempre più arricchita. Sono state inserite le traccas, carri da lavoro trainati da buoi, splendidamente addobati, con i prodotti della terra, gli utensili della casa e i prodotti tipici della gastronomia. In seguito sono stati aggiunti i cavalieri, i gruppi in costume provenienti da tutta la Sardegna, che recitano e cantano le preghiere della tradizione, creando un clima veramente suggestivo. Il 1° maggio il corteo parte dalla chiesa di San Efisio a Cagliari: la statua del Santo viene caricata su un cocchio trainato da una coppia di buoi; seguono le traccas, i cavalieri, rappresentanti civili e religiosi, musicanti e la sfilata dei gruppi folkloristici in costume sardo proveninenti da numerose città sarde. Dopo il passaggio nella via Roma, dove si svolge la suggestiva cerimonia della "ramadura" (la strada viene interamente ricoperta da un fitto tappeto di petali di fiori), la sagra entra nella sua parte più intima e religiosa. Il corteo inizia il viaggio che dopo il 2 maggio arriva a Nora, dove sorge un'antica chiesa dedicata al Santo (ne custodisce le reliquie), effettuando delle fermate intermedie a Giorgino, Sarroch, Villa San Pietro e Pula. Il giorno seguente, 3 maggio, si svolgono le funzioni religiose e si fa festa; alla sera riprende la processione, nel suggestivo scenario dell'antica citta' romana. Il 4 maggio, l'ultimo giorno dei festeggiamenti, il lungo cammino viene percorso a ritroso; in serata il corteo si ritrova nella piccola chiesa di Cagliari, dove terminano i festeggiamenti.
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