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Loceri è un piccolo paesino con poco più di 1200 abitanti, situato nella parte centro orientale della Sardegna nella nuova Provincia dell’Ogliastra a 206 metri/slm con un territorio di circa 1,9 Kmq. Sull'origine del toponimo ci sono varie ipotesi. Una fa derivare il nome da Villa Luceri, Villa di Locerio, un'altra da Locus aeris, che significherebbe luogo del rame, una terza infine da Luccieri, il nome di un antico paese esistente con quel nome. Esso è circondato a nord e a ovest da numerose colline in cui la fitta vegetazione spontanea si alterna a vigneti e uliveti, mentre a sud e a est il territorio si protende in una valle che degrada fino al mare. Paese a tradizione agropastorale, ha conservato nel tempo le antiche tradizioni che sono rimaste nelle attività quotidiane degli abitanti e hanno fatto di questo paese meta di numerosi visitatori che approfittano di uno splendido mare a pochi chilometri dal paese per trascorrere serene e indimenticabili vacanze estive. Nel centro abitato si possono ammirare alcuni murales molto suggestivi che ricordano le antiche usanze di questo piccolo mondo, la nuova Piazza di Chiesa che accoglie le più belle manifestazioni e tradizioni popolari per far rivivere ai turisti sempre numerosi nel periodo estivo, emozionanti momenti culturali. Non bisogna scordarsi di visitare i due musei che in periodo antico accoglievano altrettanti frantoi per la macinazioni delle olive e i nuraghi (Cea, Nuraxi, Sa puliga), con le domus-de janas sparsi in tutto il suo territorio ed in particolar modo a Goeni. Le principali feste paesane si svolgono nella prima settimana di maggio San Bachisio e nella prima settimana di settembre Sacro Cuore con le processioni che si snodano tra le vie del paese e trasportano i simulacri nelle chiese campestri situate nelle vicine campagne del pese, il tutto accompagnato da sfilate di persone vestite con il costume tradizionale e da canti e melodie de is launeddas. Durante il periodo estivo (luglio agosto) sono numerose le manifestazioni popolari, tra queste la rivisitazione degli antichi mestieri e le cantine aperte dove vengono allestiti banchetti di dolci (amaretti, pardulas, panisceddas) e cibi (culurgionis, coccoi, moddissosu, pistoccu) propri delle antiche tradizioni sarde per far degustare a numerosi visitatori gli antichi e indimenticabili sapori di un tempo.

L’Ogliastra e il suo territorio
La nuova Provincia dell’Ogliastra situata sulla costa Orientale della Sardegna, nata solo nel 2005 dalla scissione della vecchia Provincia di Nuoro è composta da 23 Comuni ed è caratterizzata da un territorio racchiuso tra uno splendido mare con colori che vanno dall’azzurro al verde smeraldo e un entroterra che offre paesaggi incontaminati ed unici fino alle pendici del massiccio del Gennargentu, conserva ancora intatte foreste di lecci e macchia mediterranea.
Un paradiso di notevole bellezza dove la natura, offre il meglio di sé. L’origine del suo nome pare derivi dagli Olivastri di cui è ricco il territorio, anche se altri ne attribuiscono l'origine all'enorme monolito a picco sul mare sulla costa di Baunei denominato Agugliastra (o Pedra Longa).
Le Coste dell’Ogliastra sono splendide oasi incastonate fra mare e roccia, e formano uno degli ambienti marini più incantevoli e suggestivi del Mediterraneo. Ogni spiaggia ha una sua storia a sé e presenta caratteristiche che la distinguono da quella accanto. La sabbia va da un bianco candido con granelli finissimi a un rosso porfido  con ghiaia e sassi. Così pure le sue acque cristalline vanno da uno splendo azzurro ad un verde smeraldo. Ce ne per tutti i gusti. Partendo da Nord incontriamo delle cale raggiungibili solo dal mare o a piedi come le rinomate Cala Luna, Cala Sisine, Cala Biriola, Cala Mariolu, Spiaggia dei Gabbiani, Cala Goloritzé, altre più a sud si possono tranquillamente raggiungere con l’auto percorrendo pochi chilometri da Loceri come Pedra Longa, Santa Maria Navarrese, Tancau, Pollu, Lido delle Rose, Iscrixedda, Baia di Calamoresca, Baia di Portu Frailis, Golfo di San Gimiliano, Lido di Orrì, Foxilioni, Il Golfetto, Spiaggia di Cea, Punta Niedda, Punta su Mastixi, Torre di Barì, Sa Marina, Foxi, pranargia, Foddini, Museddu, La Spiaggetta, Baccu e Praidas, Spiaggia de su Sirboni, Cala e Luas, Coccorrocci, il Golfo di Sarrala.
La natura è ancora incontaminata e varia mentre si sale verso le colline per arrivare ai monti del Gennargentu che presenta scenari  mozzafiato di rara bellezza. Una terra che richiede uno sguardo attento, curioso, penetrante non corrispondente allo sguardo del turista convenzionale. Dal punto di vista storico-archeologico degno di attenzione è tutto il territorio con la presenza di molti Nuraghi, Domus de Janas, Fonti Sacre, Tombe dei Giganti e Menhir.
A piedi, in bicicletta, a cavallo, in macchina e in fuoristrada potrete percorre itinerari di trekking alla scoperta di luoghi che non si dimenticano facilmente per i colori e i profumi che offrono. Se invece vorrete andare per mare le numerose compagnie marittime vi porteranno con le loro barche alla scoperta della splendida costa ogliastrina.
Solo il gioco combinato delle immagini, dei profumi e delle atmosfere riesce a descrivere appieno la magia e l’armonia di questa terra. Non potrete dire di aver visitato realmente la nostra isola se non passerete almeno qualche giorno in Ogliastra.
I Viaggiatori in Sardegna

Il 1800 è considerato il secolo della «scoperta» della Sardegna. Infatti numerosi scrittori e letterati italiani e stranieri visitarono l'Isola e, affascinati, ne descrissero gli usi, i costumi e i paesaggi nelle loro opere. Ma anche buona parte degli autori sardi manifestarono un grande interesse per la storia della loro terra e approfondirono le loro conoscenze sia nel campo strettamente geografico che in quello archeologico, storico, linguistico ed etnologico. I primi viaggiatori furono fortemente colpiti dal modo di vivere dei sardi e dalle abitudini di una società così diversa dal resto dell'Europa. La maggior parte degli autori descrisse soprattutto la condizione di isolamento e arretratezza dell'Isola. La Sardegna era considerata un paese esotico, misterioso e selvaggio tutto da scoprire, e non era raro che ad una prima visita ne seguissero altre in cui gli usi e i costumi della popolazione, così come la loro lingua e le risorse economiche, venissero studiati con grande interesse e descritti in veri e propri reportages di viaggio che divennero famosi. Alberto La Marmora è stato forse il primo, certo il più illustre di questi viaggiatori, tanto da essere considerato il «padre» della scoperta della Sardegna, in quanto fu tra i primi a diffonderne la conoscenza anche all' estero soprattutto con un' opera in più volumi, scritta in francese e intitolata Viaggio in Sardegna (1826). Ma accanto al suo si trovano anche altri nomi prestigiosi: Antoine Claude Valery , bibliotecario del re a Versailles, viaggiò per tutta l'Isola e riportò le sue impressioni in un libro pubblicato in Francia nel 1835; il barone tedesco Heinrich von Maltzan scrisse sugli aspetti storici, geografici, economici e sociali della Sardegna: il suo libro venne tradotto e diffuso in molte nazioni europee; Gaston Vuillier e molti altri.

Lo scrittore inglese David Herbert Lawrence ( 1885-1930) giunge in Sardegna nel 1921 spinto da un categorico bisogno di muoversi, di spostarsi dalla Sicilia dove soggiornava, di allontanarsi dall’Etna che incanta come una maga. Sceglie la Sardegna perche non ha storia, data, razza, non offre nulla, è come il niente ed è fuori dal circuito della civiltà. Anche per Lawrence, dunque, come per altri viaggiatori del Novecento, il viaggio in Sardegna assume il significato di fuga dal proprio mondo in uno totalmente sconosciuto e perciò misterioso, affascinante e incontaminato. Wild (selvaggia), old (vecchia), hardy (forte), indomitable (indomabile), male (maschia), sono gli aggettivi scelti da Lawrence per descrivere la Sardegna nell' opera Mare e Sardegna. Wild è quello che torna più spesso a caratterizzare i paesaggi, per esempio i luoghi scoscesi, nella loro primitività selvaggia, ma anche i sardi sono paragonati a animali selvaggi. La Sardegna e i suoi abitanti appaiono a Lawrence ignoti, eppure familiari, come se li avesse già visti o sognati. Effettivamente, lo scrittore inglese vede per la prima volta qualcosa che ha già conosciuto attraverso la lettura di autori sia sardi che inglesi: Grazia Deledda, innanzi tutto, in quanto unico autore sardo le cui opere circolassero in Europa. La Deledda, nelle sue opere, offre infatti un'immagine della Sardegna intesa come mondo primitivo, isolato nel tempo e nello spazio. L 'altro autore è l'inglese Thomas Hardy: i paesaggi da lui descritti, remoti e selvaggi, vengono associati da Lawrence a quelli sardi. Nonostante il titolo, Mare e Sardegna, Lawrence parla molto poco del mare mentre ciò che sembra colpirlo maggiormente è il granito, tanto da fargli scrivere: e mi rendo conto che detesto il calcare, odio il vivere sul calcare o sul marmo o su una qualunque delle rocce calcaree. Le odio. Sono rocce morte, non hanno ne vita ne fremiti per i piedi. Ma il granito! Il granito è il mio prediletto. Cagliari, Mandas, Tonara, Sorgono, Orosei, Nuoro, Gavoi sono i principali luoghi visitati dallo scrittore che rimane affascinato dall' antica civiltà della Sardegna interna, con le sue severe figure di uomini e di donne dai costumi colorati. Questa originale e rustica civiltà sarda è posta in contrapposizione col grigiore del mondo contadino del resto dell'Italia e dell'Europa, dove i colori sembrano essere scomparsi per lasciare il posto ad un’uniformità di costumi che annulla ogni individualità.

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Fonte, in parte: Wikipedia