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Maria N'Cani e Perdu Coita 

                Ancora oggi a Loceri, gli anziani del paese tramandano la vecchia leggenda di Maria N'cani e Perdu Coita, le cui figure antropomorfe in porfido rosso si elevano sulla parte sud orientale delle pendici di Monte Tarè, dal quale si può assistere ad un ineguagliabile spettacolo del sole che sorge dal mare sulla costa centro meridionale della Sardegna e illumina un lussureggiante paesaggio della valle. Le statue in pietra che né i venti né le piogge ne hanno intaccato il loro aspetto, sono visibili ancora oggi percorrendo la vecchia statale 390 che da Lanusei porta a Loceri. La leggenda  narra che Maria Ncani, un’antica contadina che viveva sulle pendici del Monte Tarè insieme al marito Perdu Coita, un burbero pastore del posto, si recò un giorno a valle nel vicino villaggio di Goeni che  un documento pisano del 1316 ne attesta la presenza. Si trattava di una comunità rurale nell'attuale località di Goeni, citata con nome domus Gueni, distrutta nel corso della guerra intercorsa tra Visconti e pisani per il possesso dell'Ogliastra, per barattare del formaggio con del pane secondo le vecchie usanze del posto. Era una bellissima giornata estiva, il sole ormai alto sull’orizzonte trovava Maria sulla via del ritorno che con tanta fatica percorreva un’antica mulattiera appesantita da una cesta di pane che trasportava con se. Ed ecco che strada facendo la donna incontrò un povero fanciullo che con tanta gentilezza le chiese qualcosa da mangiare. Ma Maria, la cui avarizia superava ogni limite, gli rispose che non aveva niente da dargli e che se voleva poteva mangiar sassi. Il fanciullo amareggiato per la risposta della donna e con un animo traboccante di malinconia,  si allontanò piangendo mentre Maria continuò la sua strada con passo sostenuto lungo la polverosa e soleggiata mulattiera che portava sul Monte. Lì, si trovava la sua diroccata capanna tra una fitta vegetazione di querce e ginepri, oggi rari a causa dei numerosi incendi del secolo scorso che ne hanno deturpato in parte la rigogliosa vegetazione dei versanti, dove ad attenderla il marito Perdu Coita pascolava le sue greggi. Grande fu la sorpresa dei due, quando appoggiata la cesta per terra, videro che il pane negato al fanciullo si era trasformato in sassi. I due, sorpresi dell’accaduto non fecero in tempo ad aprir bocca quando anch’essi per punizione divina vennero trasformati in due statue in pietra, là dove ancora oggi si possono vedere.

  S'omini de malu coru non godi mai de is benis susu!