Il nostro futuro ha radici antiche Print
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La Sardegna che gli antichi scrittori chiamavano Ichnusa, è considerata geologicamente la terra più antica d’Italia, accarezzata da una lieve e fresca brezza marina nel periodo primaverile ed estivo, viene spazzata da forti raffiche di maestrale nel periodo autunnale e invernale. I suoi paesaggi sono unici, alcuni sono attraenti per le diversità che li caratterizza, altri isolati ed desolati ma altrettanto suggestivi. Si pensa che la presenza dell’uomo nell’isola risalga ad oltre 150.000 anni durante il paleolitico. Qui  nel periodo neolitico trovando un habitat idoneo a stabilizzarsi e crescere superò lo stadio iniziale di raccolta, caccia e pesca per creare piccole comunità locali  che presero ben presto a coltivare i campi ed a allevare il bestiame. Intorno al 3.000 A.C. i primi colonizzatori si sono spostati nel suo interno trovando nelle caverne rifugio poi soppiantate da capanne in legno. Nelle rocce invece scavarono delle tombe con i tradizionali strumenti in pietra e il fuoco come le “Domus de Janas” dove seppellivano i morti corredati di oggetti preziosi. Molto sentita la religione espressa con sculture di oggetti di pregio, come  i bronzetti rappresentanti la dea madre in forme abbondanti in congruità con la terra fertile e la natura prosperosa. Da notare la presenza dello stagno non presente nell’isola per la forgiatura dei bronzetti con il rame molto diffuso, fa presumere che gli abitanti avessero rapporti con altre popolazioni, forse dell’Africa dove in alcuni villaggi si possono vedere costruzioni simili ai nostri nuraghi. Solo intorno al 2.500 A.C. crebbe l’economia produttiva mentre si intensificarono gli scambi commerciali con i paesi che si affacciano nel mare mediterraneo. Nacque così un sistema di organizzazione sociale avente alla base il nucleo familiare creando le premesse per la nascita delle piccole comunità raggruppate  in villaggi. Intorno al 1300 A.C. i traffici commerciali si intensificarono soprattutto con i Fenici attratti dalle ricchezze naturali dell’isola come l’argento dell’Inglesiente del Sarrabus e della Nurra, dal rame della Marmilla del legname pregiato delle foreste millenarie dell’entroterra, del sale e delle pelli. Tra le varie colonie Nora vicino a Pula nel Cagliaritano è forse la più antica. Furono poi i Cartaginesi ad insediarsi e i Romani, ne sono un esempio Tharros e Cagliari. Dopo il 1200 le città marinare riuscirono ad estendere la propria egemonia sul tirreno cacciando definitivamente i Saraceni.  Infine le torri lungo tutte le coste dell’isola testimoniano la dominazione spagnola nel XVI° secolo. Su tutta l’isola si possono ammirare Dolmen, Menhir, Nuraghi , Domus de Janas, Tombe dei giganti, Pozzi sacri  che rappresentano un patrimonio molto importante per la nostra isola e ancor di più per l’intera comunità.