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Nel cuore più nascosto e selvaggio della nostra amata isola si riaprono anche quest'anno le sue porte ai numerosi visitatori locali e stranieri per far rivisitare la suggestiva manifestazione di "Autunno in Barbagia", dal 1 settembre al 17 dicembre deliziando con i suoi colori gli occhi, con i suoi gusti e profumi il palato e la fantasia dei tanti turisti che vorranno prendervi parte. Questa bella iniziativa coinvolgerà ben 28 paesi, che offriranno la loro tradizionale ospitalità nelle caratteristiche Cortes, con programmi di sicuro interesse e di grande suggestione. La manifestazione è promossa dall'ASPEN (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Nuoro). Dall’Ogliastra dove ancora nonostante l’autunno, si possono trascorrere delle bellissime giornate soleggiate passeggiando nelle numerose spiagge del litorale centro orientale, ci si può spostare in macchina in meno di un’ora in Barbagia per scoprire i tesori di un’antica terra che sa ancora trasmettere tante emozioni ai suoi numerosi visitatori, grazie ai suoi abitanti, all’insegna di una sana e genuina ospitalità. In questo modo il visitatore potrà coniugare mare e montagna, assaporare un gustoso gelato sulla costa e un ora dopo gustare un piatto tipico delle zone interne dalle tradizioni culinarie antichissime attraverso itinerari automobilistici suggestivi e dai sentieri con panorami mozzafiato dove si può ammirare ancora una natura incontaminata, con una policronica macchia costiera che muta di colore di stagione in stagione, che assume tinte ora forti ora deboli. In questi itinerari non mancheranno la raccolta delle castagne e delle noci, cercare funghi come i porcini, l’amanita cesarea, i cardoncelli e tante altre varietà commestibili, cogliere un fiore selvatico e scattare un immensità di foto dai variopinti colori, in un clima ancora mite e con un aria saluberrima proveniente dalle chiare e fresche acque marine. In questo lembo di terra tra i più variegati dell’intera isola, che collega l’Ogliastra con la Barbagia si possono ammirare le tante ricchezze naturalistiche presenti sull’intero territorio, tra i maestosi e i silenziosi custodi di pietra dei tempi passati, i nuraghi, al maestoso e talvolta inquietante silenzio della Punta la Marmora sul Gennargentu in un incredibile visione d’insieme, come, se per un magico gioco di luci e colori, mare, collina e montagna si fossero compenetrati a vicenda. Da non dimenticare le falesie a pico sul mare, rocce calcaree dalle sfumature delicate, torrioni immersi in un verde scuro lasciate crogiolare al sole, in balia delle condizioni climatiche che si snodano dal Capo Monte Santo sotto il territorio di Baunei fino al golfo di Orosei.
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MANIFESTAZIONE “ CULURGIONIS E CUSTUMUS ”
LOCERI 4 – 5 GIUGNO 2011
PROGRAMMA:
Sabato 4 giugno:
ore 17.00
- Preparazione e degustazione dei culurgionis di vari paesi d’Ogliastra, accompagnati da vini cannonau, nelle piazze del centro con gruppi nei costumi tradizionali dei vari paesi.
- Degustazione di oli extravergini di oliva di produzione locerese presso il museo ”Vecchi frantoi”
- Esposizione dell’artigianato locale e apertura dei musei Sa Domu e s’Olia e Vecchi Frantoi;
- Balli sardi ed intrattenimento musicale folkloristico;
Domenica 5 giugno :
ore 9.30
- Itinerario toponomastico nei dintorni di Loceri
ore 18.00
- Conferenza e dibattito:”Offerta turistica e strategie di promozione” nei locali dell’oratorio;
- Esposizione dell’artigianato locale e apertura dei musei Sa Domu e s’Olia e Vecchi Frantoi;
- Intrattenimento musicale folkloristico.



Senza passato non c'è futuro
Con la nuova provincia dell’Ogliastra, nasce una nuova parola d’ordine, valorizzare l’identità del territorio, della natura, delle tradizioni popolari, della cultura e degli antichi mestieri. Ci sono cose, infatti, che si credono dimenticate e passate ma che all’improvviso ritornano alla memoria. In Ogliastra per anni come è accaduto in altre parti dell’isola, sono stati inseguiti modelli di sviluppo economico e sociale di importazione, poco coerenti con una identità culturale forte e nascosta come la nostra. Oggi tutto questo sembra ormai superato. In ambito turistico dove il dualismo tra coste ed entroterra un tempo la faceva da padrona oggi è fuori luogo. Si fa infatti più forte la consapevolezza, che le antiche tradizioni popolari sono al tempo stesso un valore da diffondere ed una ricchezza da sfruttare. Bisogna non dimenticare mai che non si avrà un futuro senza un passato. Questa consapevolezza è stata avvertita dal popolo sardo che ha portato in questi ultimi anni ad una rivoluzione silenziosa. Le coste della Sardegna sono incantevoli, ma non le più belle del mondo, i prezzi sono in concorrenza con altre realtà, mentre i nostri competitori aumentano di giorno in giorno, offrendo ai turisti molteplici alternative tutte attraenti e suggestive. Pertanto con la consapevolezza che bisogna sempre fare di più in questo mondo concorrenziale, ci si è convinti della necessità che sia indispensabile distinguersi e passare da un turismo omologato ad un turismo della tipicità, che esprima l’identità sarda attraverso gli aspetti culturali, gli usi e i costumi, i mestieri e i prodotti tipici. Da qui ci si auspica che la Provincia, i Comuni, il GAL e le altre istituzioni pubbliche continuino ad intervenire con incentivi, corsi di riqualificazione professionale degli operatori turistici, pubblicità per diffondere una genuina cultura dell’accoglienza. Il cuore di questa iniziativa sta nel costruire un turismo capace di valorizzare tutte le risorse locali fortemente legate alla nostra identità. Affinché queste iniziative possano produrre dei buoni frutti è necessario preservare le cose che ci appartengono per noi stessi e per le generazioni future e farle conoscere agli amici che vengono da lontano e ai quali dobbiamo rivolgerci se vogliamo crescere insieme. Anche quest’anno le manifestazioni che si terranno in estate in Ogliastra, saranno proiettate alla salvaguardia e valorizzazione del territorio, dell’ambiente in particolare, dei centri storici, degli antichi mestieri delle ricorrenze comunitarie, della gastronomia, degli usi e dei costumi e delle tradizioni di questa antica terra attraverso i vari protagonisti, gli artigiani e le massaie, che con le loro abilità manuali e le loro conoscenze antiche tramandate di generazione in generazione, coniugano sapienza e abilità per la riproposta di mestieri ed arti a rischio di estinzione. Con gli spettacoli e le feste accompagnati da degustazioni dei piatti e dei dolci della migliore cucina ogliastrina si vogliono recuperare le migliori tradizioni di questa antica terra e fiera gente che conserva intatta la genuina arte dell’ospitalità.

Tradizioni carnevalesche
Uno dei modi più semplice e affascinante per capire lo spirito delle montagne è recarsi a Mamoiada, piccolo centro vicino a Nuoro dove si può assistere ad un carnevale non comune con il resto d'Italia. I bambini che vi assistono, infatti, diversi trascorrono una notte tormentata dal riccordo delle maschere orride di legno nero dei mamuthones, ritmate dal suono dei campanacci "sonaggios", che a decine portano sulla schiena o dei crudeli issohatores che li hanno catturati al lazo emettendo urla inquietanti mentre correvano a nascondersi. Animali o uomini o demoni, questi personaggi forse rappresentano la lotta tra il bene e il male. I suoni dolorosi e ipnotici dei sonaggios ad ogni passo si avvicinano e con il buoio della sera i falò delineano sinistramente il volto nero dei mamuthones, curvi in avanti e avvolti nella pelle di pecora. Non si sa se averne paura o compatirli, fatto sta che chi assiste a questo spettacolo resta turbato e affascinato assieme. I mamuthones sono la maschera sarda più conosciuta e rappresentano di fatto il carnevale isolano per eccellenza. A Mamoiada inoltre si può visitare il Museo delle maschere di tutto il mediterraneo. Qui sotto le maschere di Ottana "Is Boes e is Merdules" molto affini alle maschere di Mamoiada "Is Mamutones".

Sardegna isola di vini diversi
Da numerosi studi con le più sofisticate tecnologie sui reperti archeologici ritrovati in tutta l’isola, possiamo oggi affermare che l’arrivo del vino e di conseguenza la successiva coltivazione della vite, possa farsi risalire al XV secolo A.C.. E’ in questo periodo che si intensificano e si consolidano i rapporti già intrapresi in precedenza, col bacino del mediterraneo ed in particolare col mondo miceneo. Con il tempo compaiono nuove forme di ceramiche più levigate e lavorate e più idonee quindi ad accogliere questa importante bevanda amata perfino dagli Dei e considerato alimento sacro fin dai tempi di Dionisio (Bacco ai tempi dei romani).
Questa bevanda non poteva mancare nei banchetti dei Persiani inclini all’ebbrezza del vino, così pure per i Greci che risultavano più contenuti ed esigenti, nei Romani che ne fecero un alimento d’elite, perfino nella Chiesa il vino ha sempre accompagnato il Corpo di Cristo incarnando la liturgia eucaristica.
La Sardegna e i suoi abitanti sono conosciuti per l’estrema consuetudine ed attaccamento alle tradizioni, alla lingua, agli usi e ai costumi, salvo un eccezione in vigne e vini. Se i Toscani possono vantarsi di avere avuto un poeta dai versi divini , noi sardi possiamo vantarci di produrre vini diversi, dai sapori forti ma anche soavi e di notevole intensità e profumo soprattutto se accompagnati con i piatti tradizionali della cucina sarda che ne esaltano i sapori.
Non mancano vini briosi, freschi e fruttati come i novelli da consumare entro un anno dalla produzione, ma anche corposi e eterei come quelli stagionati che sprigionano eleganza e sottigliezza nei profumi. Forse la caratteristica principale dei nostri vitigni è la biodiversità, dovuta alla presenza di infinite civiltà con cui siamo stati a contatto, come i micenei, i fenici, i cartaginesi, i romani, gli spagnoli che ci hanno lasciato un patrimonio che noi sardi solo recentemente stiamo riscoprendo e valorizzando. I fenici per esempio hanno introdotto la vernaccia, la monica, il carignano, i romani altre qualità come il moscato, la malvasia, mentre gli spagnoli il cannonau e il vermentino. La biodiversità è in sintesi un aspetto biologico, ma anche culturale e rappresenta il passaggio delle diverse civiltà che si sono succedute cronologicamente nel tempo senza cancellare quelle precedenti e dalle quali il popolo sardo ha saputo cogliere quanto di positivo ognuna di queste ha lasciato in eredità. Questo aspetto non deve spaventarci ma deve essere visto come la sintesi di una risorsa per differenziare ed identificare la produzione enologica della Sardegna nel mercato mondiale del vino.
Quest’anno come del resto nell’ultimo decennio in Ogliastra si celebrano numerose manifestazioni enogastronomiche, tra queste quella che si tiene in agosto nella vicina Jerzu dal titolo “calici sotto le stelle” è forse quella più importante nel venerare questo antico prodotto agroalimentare accompagnato da degustazioni di piatti tipici della cucina ogliastrina in una magica atmosfera tra le cantine aperte lungo le stradine del centro storico, sapientemente cucinati dagli abitanti del posto, il tutto accompagnato dalla melodiosa musica delle fisarmoniche e delle launeddas.